Le Origini

Come capita ai personaggi storici di leggendaria grandezza, Scanderbeg è stato per secoli al centro di dispute su quale fosse l'origine etnica dei suoi antenati. Appare oggi indubitabile l' origine albanese della famiglia Castriota, mentre non sembra poggiare su alcuna base storicografica seria l'attribuzione di una origine slava o greca. Lo stesso Scanderbeg, in uno scritto del 1460 - sulla cui autenticità, tuttavia, esistono non pochi dubbi -, richiama le origini epirote della sua famiglia, considerandosi il difensore di una storia millenaria che risale fino a Pirro: "[...] che se aio mutato lo effecto, et se le nostre croniche non mentono, noj richiamamo (ci chiamiamo, ndr) Epiroti et dovete havere notizia, che in diversi tempi deli nostri antecessori passessero nel paese che hogi voj tenete [...] che hebbero piutosto honore che vergogna".

Il cognome Castiota deriva con tutta probabilità dal villaggio denominato Kastri o Kastrioti, fondato dai Romani e situato sulle montagne di Hasi nella regione della Mirdita, nei pressi del fiume Drin, dove infatti erano situati gli originari possedimenti della famiglia. Tali territori si estendevano nel nord del Paese da Scutari e Alessio a ovest, ove confinavano con i possedimenti dei Ducagin, fino a Prizren ad oriente. Si noti che il villaggio di Kastri è da distinguere dall'altro denominato Kastrati, situato a nord di Scutari. L'affermazione del cronista raguseo Pietro Luccari: "Giovanni Castriota Signor di Crui, la qual famiglia uscì da Castrati, villa nella giurisdizione in As in Albania, poco discosto dal fiume Drillon [...]", ampiamente veritiera, incorre nell'unico errore di confondere il villaggio di Kastrati con quello Kastri, situati come detto in due regioni diverse.

 

Il nome dei Castriota compare per la prima volta in un documento del 1368, che riporta il giuramento di Alessandro Comneno Asen, principe bulgaro di Valona, come cittadino onorario di Ragusa, alla presenza di vari testimoni, fra cui un Castriota signore di Kanina. La presenza di un Castriota a Kanina, peraltro affiancato da un membro della famiglia Ducagin, si spiega col fatto che entrambe queste famiglie erano state spossessate dei loro domini nel nord del Paese in coincidenza con l'ascesa delta famiglia Balcha.

Nel 1389 Giorgio Castriota, avo di Scanderbeg, prende parte alla battaglia del Kossovo, in cui suggerisce di attaccare i Turchi nottetempo. È nominato in un famoso documento del 1368, ed è autorevole condottiero dell'armata cristiana. Fu lui probabilmente a rioccupare almeno parte degli antichi possedimenti usurpati dai Balcha, estendendoli ulteriormente verso Sud, nella regione della Matia.

Suo figlio Giovanni, padre di Scanderbeg, gli succedette come Signore di Matia. I suoi vasti possedimenti si estendevano da Scutari e Alessio verso nord, a includere parte del regno di Bosnia fino al confine con la Serbia, mentre a est arrivavano fino all'Epiro, In un documento veneziano del 1413, Giovanni viene chiamato "dominus partium Bosniae". La città di Kruja, celebre roccaforte di Scanderbeg, viene conquistata da Giovanni nel 1395, dopo averne spodestato i Topia. Giovanni inoltre signoreggia su varie altre fortezze, come Petrella, Petralha e Stelluzzi nella Matia, e Svetigrado nella Dibra superiore. Nel 1408 figura come garante della pace concordata fra Venezia e il principe albanese Balcha III, e nel 1410 manda un'ambasceria a Venezia per chiedere soccorsi contro i Turchi.

 

Sconfitto, nello stesso anno annuncia a Venezia di essere stato costretto a consegnare uno dei suoi figli, forse Stanish, al sultano. Nel 1411 è ancora talmente potente da offrire a Venezia 2300 cavalieri e 200 cavalli turchi in cambio di una rendita annua di 1000 ducati. Nel 1413 viene ascritto alla nobiltà veneziana, quale ricompensa per la sua fedeltà alla Repubblica. Nello stesso anno, viene fatto cittadino onorario della Repubblica di Ragusa. Nel 1415, a seguito di una nuova sconfitta per mano turca, perde la città di Cruja, ed è costretto a sottomettersi all'autorità del sultano. Nel 1417 si dichiara vassallo di Venezia. Il 25 febbraio 1420, insieme con i suoi quattro figli maschi, Stanish, Reposh, Costantino e Giorgio, sottoscrive un accordo commerciale con la Repubblica di Ragusa avente ad oggetto le imposte doganali che i mercanti ragusei si impegnano a pagare ai Castriota per poter attraversare le loro terre. Nel 1422, si allea con Stefano Lazarević di Serbia, con l'obiettivo di prendere la veneziana città di Scutari. A guidare l'impresa è un figlio di Giovanni, forse ancora Stanish nel frattempo rientrato da Adrianopoli, alla testa di un esercito di albanesi. A seguito delle pressioni della diplomazia veneziana rinuncia all' impresa in cambio di lauti doni, e l'anno successivo è arbitro dei negoziati di pace fra la repubblica di Venezia e la Serbia. Nel 1426 compare con i quattro figli maschi in un atto di donazione di due villaggi, Radostina e Trebishta, al monastero serbo di Chilandar sull'Athos. Negli anni 1428 e poi nel 1430 viene duramente sconfitto dai turchi: è costretto a cedere al sultano la maggior parte delle sue fortezze, parte della Dibra, oltre a un tributo annuo a titolo di vassallaggio. Inoltre i suoi figli devono servire nell'esercito turco, convertendosi alla fede islamica. Nel 1438 Giovanni e i suoi figli, di nuovo in patria, sono investiti della cittadinanza onoraria veneziana. Nel luglio 1439, su istanza di Giovanni, anche la repubblica di Ragusa reitera la cittadinanza onoraria ai suoi figli, compreso Giorgio, il futuro Scanderbeg, cui però detto privilegio verrà sottratto di lì a poco.

Giovanni aveva sposato Voisava, la figlia del principe di Pollogu, territorio abitato originariamente da genti di stirpe bulgara, poi albanesizzate. Da Voisava, Giovanni aveva avuto cinque figlie femmine e quattro maschi. L'accorta politica di alleanze matrimoniali seguita da Giovanni portò le figlie a sposare vari principi albanesi: Mara sposò Stefano Crnojević del Montenegro; Vlaika, Giovanni Musacchi; Angelina, un rampollo di casa Arianiti; Yela, Paolo Balsha; e Mamiza, Musacchio Topia. Alla morte di Giovanni, avvenuta fra il 1437 e il 1443, tutti i possedimenti dei Castriota passano in mano turca.

Bibliografia 

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  12. Stojanovic. Stari srpski zapisi inatpisi. Belgrado, 1902

I Castriota Scanderbeg

Il sito web castriotascanderbeg.it è una raccolta di studi, ricerche e documenti relativi alla storia della famiglia Castriota Scanderbeg. Nelle pagine potrete trovare informazioni dettagliate sulla vita e le gesta dei personaggi della famiglia, da Giovanni ai giorni nostri.

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