Le Origini

Come capita ai personaggi storici di leggendaria grandezza, Scanderbeg è stato per secoli al centro di dispute su quale fosse l'origine etnica dei suoi antenati. Appare oggi indubitabile l' origine albanese della famiglia Castriota, mentre non sembra poggiare su alcuna base storicografica seria l'attribuzione di una origine slava o greca. Lo stesso Scanderbeg, in uno scritto del 1460 - sulla cui autenticità, tuttavia, esistono non pochi dubbi -, richiama le origini epirote della sua famiglia, considerandosi il difensore di una storia millenaria che risale fino a Pirro: "[...] che se aio mutato lo effecto, et se le nostre croniche non mentono, noj richiamamo (ci chiamiamo, ndr) Epiroti et dovete havere notizia, che in diversi tempi deli nostri antecessori passessero nel paese che hogi voj tenete [...] che hebbero piutosto honore che vergogna".

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L'epopea di Scanderbeg

La bibliografia su Scanderbeg è tanto vasta quanto imprecisa. Lo stesso Marino Barlezio, di gran lunga il più informato e veridico biografo del principe albanese, indulge spesso alla retorica, attingendo da classici come Livio, Cicerone, e Sallustio per dare enfasi ai fatti che narra. Ciononostante, la sua "Historia de vita et gestis Scanderbegi, Epirotarum Princeps" rimane il caposaldo della bibliografia scanderbeghiana, cui si sono apertamente ispirate tutte le successive opere sull'eroe albanese. 

Sebbene, dunque, questa breve scheda biografica riferisca solo dei fatti più attendibili della vita di Giorgio Castriota, respingendo quelli meno controllabili o addirittura fiabeschi, rimane tuttavia vero che l'intera vicenda umana di Scanderbeg è punteggiata di episodi che esigono il beneficio del dubbio, come sempre capita ai personaggi di tale eroica statura che la storia si mescola e confonde con la leggenda. 

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Le prime generazioni in Italia

Dei figli di Giovanni Castriota Scanderbeg, duca di Galatina e conte di Soleto, e di sua moglie Irene Branković, figlia di re Lazzaro di Serbia e di Elena Paleologo, ultima erede della famiglia imperiale di Bisanzio, conosciamo per certo quattro maschi (Giorgio, Costantino, Federico e Ferrante) ed una donna, la colta e pura Maria, che sembrò ripetere il carattere austero e generoso dell' ava Andronica. Dell' autorevolezza di Maria e del prestigio delle sue relazioni rimane traccia in una supplica a lei rivolta dal celebre cardinale Guglielmo Sirleto, uno dei più fidati collaboratori dei legati papali cardinali Cervini e Seripando durante i lavori del Concilio di Trento, custode della Biblioteca Apostolica Vaticana e Protonotario apostolico. E' un grave danno che si sia perduto il suo testamento, nel quale obbligava gli eredi Sanseverino a ricchi legati a favore dei due preferiti figli naturali del fratello Ferrante, Federico e Pardo Castriota Scanderbeg. 

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Le generazioni successive: Ramo di Lecce

Pardo Castriota Scanderbeg, capostipite del ramo familiare di Terra d'Otranto, nacque  il 1538 dal duca Ferrante e da Porzia de Urrisio, di cospicua famiglia galatinese. Sposò Antonella Stefagnoli, di nobile famiglia originaria d'Otranto, da cui ebbe diversi figli. Tra questi, il primogenito Costantino sposò Antonia Verdesca Morelli, di famiglia patrizia di Copertino, dando seguito alla discendenza. Antonia Verdesca Morelli è figura importante nella storia dei Castriota Scanderbeg di Terra d'Otranto, perché vincolò la sua notevole ricchezza al mantenimento del decoro familiare, e istituì, con testamento del 30 gennaio 1629, un fedecommesso mascolino, avente a precipuo oggetto il tenimento con masseria "Samali" tra Copertino e Leverano, a tutt' oggi in proprietà della famiglia.

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I Castriota Scanderbeg

Il sito web castriotascanderbeg.it è una raccolta di studi, ricerche e documenti relativi alla storia della famiglia Castriota Scanderbeg. Nelle pagine potrete trovare informazioni dettagliate sulla vita e le gesta dei personaggi della famiglia, da Giovanni ai giorni nostri.

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